Elena Cesa
Discepola
Missionaria In America Latina
Diario di Elena Cesa
“Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio;
considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede.” (Ebrei 10,19-13,17)
“Una Perla missionaria” il diario della signorina Elena Cesa che descrive il suo cammino in America specialmente nella Repubblica Argentina e nella Repubblica del Venezuela.
È la manifestazione autentica di una vita totalmente donata ad una missione. È l'espressione della sua fedeltà al progetto di Dio; del suo amore alla Chiesa, del suo amore al mondo, del suo amore all'Istituto, della sua obbedienza ai superiori e del suo ardore missionario. Ci fa condividere i suoi sentimenti quotidiani, le esperienze i sacrifici, le gioie, le sofferenze e le speranze del suo peregrinare nell’America del Sud.
È la testimonianza di un profeta che ha saputo interpretare i segni dei tempi che rivelano nel quotidiano la presenza di Dio e il suo messaggio nella nascita e nello sviluppo della nuova famiglia ASC, al servizio della Chiesa. Descrive un cammino di vita che ha richiesto molta preghiera, sforzo, creatività, umiltà, coraggio, rinunce e, soprattutto, amore e speranza.
È un invito audace, gioioso permanente che fa risuonare per noi la parola di Gesù:” Venite e vedete”.
È una chiamata. È una chiamata per tutte noi a seguire i suoi passi e ad approfondire questo cammino di identità come Apostole del Sacro Cuore.
Dalla presentazione - Udine marzo 1977
La nuova presidente generale Maria Luisa Rovatti di Modena, eletta nel Congresso generale del novembre scorso, mi hai invitata a scrivere la cronaca nella Fondazione dei nostri Centri in America. Sono disposta a farlo, non solo per spirito di obbedienza, ma anche perché, conoscendo come il Sacro Cuore ha guidato gli eventi per questa imprevista espansione della “Piccola Compagnia” oltreoceano, aumenti nelle sorelle l'amore riconoscente allo Sposo Divino che ha dimostrato tanta predilezione per l'amato Istituto!
Lo strumento scelto dalla divina Provvidenza fu Maria Rupolo, figlia semplice, buona, di carattere ardente, di Caneva di Salice.
Amava tanto la Compagnia e fece la sua consacrazione definitiva con sua eccellenza monsignor Giuseppe Nogara arcivescovo di Udine che in quell'anno del dopoguerra, sostituì il Padre Fondatore per la grande cerimonia. Mortale la mamma che è l'assistette con amorosa tenerezza filiale il fratello, da anni emigrato in Argentina, la invitò a Mendoza.
Era ben disposta ad accettare, ma prima volle chiedere a Padre Busnelli se potesse continuare nella Compagnia, tenendo corrispondenza con la sua responsabile. Il Padre subito acconsentì e aggiunse: “Tu fonderai la Compagnia in Argentina e sarai il seme fecondatore….
Il tono fu quello di un ordine, di una profezia e nel 1947 Maria partì con questa santa incoraggiante prospettiva.
Mentre preparava i documenti per viaggiare come emigrante, il fratello improvvisamente morì, ma la cognata insistette per averla come aiuto ed educare i tre orfani. Salutandola, io dissi scherzando: ”Quando sarete 12 Apostole, verrò a trovarvi…”, pur non sognando di realizzare questo ardito progetto, ardito davvero per quei tempi!
Ma i disegni di Dio sono ben misteriosi e imperscrutabili; Maria non conoscendo lo spagnolo si appoggiò a due Padri italiani: padre Fantini, Giuseppino, che poi venendo in Italia conobbe il Padre Fondatore, e Padre Creola, gesuita.
Entrambi le fecero conoscere qualche signorina che dimostrava vocazione per la consacrazione nel mondo.
Padre Creola fece perfino la carità di predicare un breve corso di esercizi per sole tre partecipanti…quel seme, ben coltivato, diede i suoi frutti e poco dopo il gruppetto contava 12 associate e qualcuna incominciò la Probazione per prepararsi alla consacrazione.
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2023
Primo viaggio in Argentina
Sbrigata la dogana e sistematami in un albergo indicatomi da Maria, andammo nella bella Chiesa dei Padri Sacramentini proprio nella festa del Corpus Domini.
Quante deliziose ore di adorazione vi feci in circa 20 anni, essendo abbastanza vicina al centro di Juncal che poi comprammo…in una settimana soddisfece tutti gli impegni assunti con i miei compaesani, consegnare lettere, pacchettini eccetera…. ovunque accolta con grande gioia ed io ne approfittavo per chiedere come erano le loro relazioni con la parrocchia eccetera…. ricambiai la visita delle due latisanesi che tuttora vivono alla Plata, dove ebbi l'onore di conoscere l'allora monsignor Eduardo Pironio, ora cardinale a Roma e Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi e Istituti Secolari.
Nell'agosto del 1976 in occasione del Congresso mondiale degli Istituti Secolari ebbi la soddisfazione di salutarlo e di sentirmi dire che ricordava quel lontano incontro!
Una sera, alla fine di giugno, presi un direttissimo per Mendoza e arrivai al mattino attesa alla stazione da Maria Rupolo felicissima di riabbracciare dopo 7 anni di separazione. Mi fece ospitare in una casa di religiose, mi feci conoscere la cognata, i nipoti, il gruppetto delle 12 carissime prime Apostole americane.
Nella visita all'arcivescovo Monsignor Alfonso Butler organizzammo un breve corso di santi esercizi con Lui e il 12 luglio 1954 facemmo la prima festa Argentina con quattro Consacrazioni temporanee avendo chiesto il permesso di abbreviare il tempo per l'eccezionalità della situazione e 8 ammissioni fra I e II° probazione. Maria Rupolo fu scelta come prima responsabile, sempre dipendendo dalla responsabile maggiore del Veneto e dalla presidente generale Maria Pavoni di Orzinuovi Brescia.
Completò il felice avvenimento un prezioso telegramma del Papa da Roma: “Augusto Pontefice graditissimo filiale sentimenti Apostole Sacro Cuore, festa prima consacrazione, invia supplicata benedizione apostolica: per il Papa Pio XII, firmato monsignor G. B. Montini.
Il seme era gettato: Deo Gratias!
La profezia del Padre Fondatore si era realizzata… anche se purtroppo, non tutte hanno perseverato come succede in tutte le cose specialmente in questa nuova terra americana. Le distanze in Argentina sono enormi - sappiamo che misura 9 volte l'Italia - perciò in questo primo viaggio potrei solo visitare la diocesi provincia vicina: San Juan, San Giovanni.
Fui ospiti di una famiglia italiana immigrata parecchi anni prima e che io conobbi in Roma l'anno Santo del 1950 e mi presentai all'arcivescovo A. Rodriguez Olmo con un biglietto scritto in latino dal nostro Padrino monsignor Giuseppe Nogara.
Il cuore mi batteva forte perché era la prima autorità che avvicinavo da sola balbettando il mio castigliano…Egli mi guardò fisso e poi mi disse queste indimenticabili parole: “E’ la Provvidenza che l'ha mandata! Io sognavo qualche cosa di simile per un mio gruppetto di figliole e mi si presenta un Istituto Secolare già fondato ed approvato… Torni domani mattina e le presenterò alcune candidate”. Immaginarsi la mia emozione: la mia gioia: la mia riconoscenza al buon Dio!
Così si formò il secondo Centro!
San Juan fu provato da un terribile terremoto, ma in pochi anni risorse bello e resistente ad altre prove recenti che non portarono nessun danno. Avvicinandosi la riapertura dell'anno scolastico ritornai a Buenos Aires e andai a salutare sua Eminenze Cardinal Santiago Copella chiedendo il permesso di fare, eventualmente, propaganda per la nostra Piccola Compagnia. Mi benedisse approvando, ed io ripresi tranquilla la nave del rimpatrio, ma col proposito di ritornare appena pensionata, perché avevo riscontato che il terreno era favorevole per nuove fondazioni…
Arrivai bene in Italia per la mia scuola, mentre in Argentina scoppiava la rivoluzione contro Peron. Povera Eva Peron! Ricordavo i solenni momenti di silenzio quando commemorava la morte del marito: ha fatto anche del bene, speriamo che per questo abbia ottenuto in estremo la salvezza della sua anima.!
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Primo viaggio in Argentina
Un episodio commovente significativo:
Padre Creola, con l'aiuto di una signorina, tradusse le Costituzioni in spagnolo e disse a San Giuseppe: “Se quest'opera è proprio di Dio e voi ne siete il Protettore aiutatemi a pagare le spese della stampa”.
Pochi giorni dopo, una signora fece un'offerta libera: erano 500 pesos, la somma necessaria…. era dunque stato raggiunto il numero fatidico 12 …. Dio aveva preparato la strada… la mia mamma ottantenne era morta, sfollata nel 1943, pochi mesi dopo il trapasso, per causa di guerre, dell'unico figlio. Nel gennaio 1948 era mancato anche il papà ottantenne e nel luglio del 49 l'unica sorella cinquantaduenne.
Che fare sola nella grande casa vuota?
Passai le vacanze dell'anno Santo a Roma dalla cognata vedova di guerra, e un mese delle vacanze in Spagna a San Sebastian, a Madrid, Loyola, Manrese, Barcellona, per imparare l'idioma che doveva servirmi a realizzare la promessa fatta direi, inconsciamente, nel 1947 a Maria Rupolo. Chiesi questa grazia anche in un pellegrinaggio al grande missionario San Francesco nella sua terra a Javier.
Alla fine del mese di maggio del 1954, sotto la protezione di Maria Ausiliatrice, cominciai il mio lungo viaggio per l’Argentina.
Alle 12,30 salutai i miei scolaretti con un bacio e una caramella, li affidai ad una giovane supplente, naturalmente col permesso dell'ispettore scolastico, perché la scuola non era ancora terminata e presi il treno per Mestre, Milano Genova.
Alla grande stazione di Milano, mi venne incontro la nostra amatissima Madre generale e cofondatrice, Maria Pavoni per darmi la sua materna benedizione e una grandissima corona del Rosario, affidandomi alla Madonna del Buon Consiglio.
Alle quattro arrivai a Genova depositai le valigie e andai nella Chiesa vicina dove attesi che aprissero la porta per la Santa Messa e la Santa Comunione, prezioso viatico per la mia dolce missione.
Li mi raggiunsero le consorelle Aurora e Nidia che mi accompagnarono al porto. Che commovente partenza! È proprio vero che “partire è un po’ morire”. Piange chi parte e piange chi resta: è un penoso distacco, specialmente per i vecchi genitori che temono di non rivedere più figli diletti; si tratta di 23 anni fa quando i viaggi non erano così facili, frequenti e brevi come con gli aerei di oggi! C'erano anche delle religiose che sventolavano i fazzoletti alle fortunate missionarie partenti, come le mie due Apostole che, pur consacrate, nascondevano il tradizionale velo nel segreto del cuore, mentre la nave si staccava da Genova, immersa nel sole abbagliante del 12,00. Dopo di aver pranzato e sistemata nella cabina della piccola Andrea Doria, ricercai la Cappella per visitare il Padrone della nuova provvisoria abitazione e ne approfittai per fare la mia prima ora di adorazione. Dico Deo gratias! In cabina eravamo, fortunatamente, solo in due e quando la mia compagna scese in un porto, rimasi sola.
Qualche mattina presto, salivo nella cuccetta di sopra per assistere al magnifico spettacolo della levata del sole sopra l'oceano, ma ridiscendevo presto perché in cappella mi attendeva il Sole divino: Gesù Eucaristia! Si fece una breve tappa a Las Palmas delle Isole Canarie, dove potei visitare la cattedrale e spedire una prima lettera alla Madre generale per tranquillizzarla che il viaggio proseguiva bene e mi raccomandavo tanto alle preghiere sue e delle sorelle…altra tappa a Rio de Janeiro che ci incanta con il suo magnifico Golfo dominato dal Cordovado che regge la maestosa figura del Redentore!
Anche qui approfitto per visitare la bella Cappella della capitale del Brasile con i ricchi cuscini per inginocchiarsi per terra. Un'ultima tappa a Montevideo e infine l'arrivo al porto di Buenos Aires. Mi aspettava una gentile signorina italiana impiegata al consolato che Maria aveva conosciuto e aveva pregata di venire a ricevermi, mi riconobbe per il nastro tricolore che portavo al braccio, come d'accordo.
Ebbi la sorpresa di trovare anche una ex alunna di Latisana, con la mamma, preavvisate dai parenti che mi avevano incaricata di portar loro del denaro…
continua...