Il mondo plurale della vita consacrata manifestazione della multiforme sapienza di Dio
STAGE DI FORMAZIONE PER LA VITA CONSACRATA
Lo Stage vuole porre attenzione alle molteplici forme di vita consacrata,
soffermandosi su realtà - antiche e sempre nuove - riscoperte di recente;
al contributo che, in quanto consacrati, possono dare al cammino sinodale della chiesa locale.
Nei pomeriggi di giovedì 20 e venerdì 21 aprile 2023, presso l’Istituto Cristo Re dei Padri Rogazionisti di Messina, è stato organizzato dalla Consulta della Vita Consacrata della Diocesi di Messina, composta da istituti religiosi femminili (Usmi) e maschili (Cism), istituti secolari (Ciis), Ordo Virginum ed Ordo Viduarum, uno stage di formazione sulle “Varie forme di Vita Consacrata nella Chiesa” – (Progetti di vita, luoghi simbolici e missionarietà).
Come ogni anno, nel periodo pasquale, la Chiesa locale, si propone come formazione ed aggiornamento delle tematiche storiche, teologiche, spirituali, ecclesiali e sociali della Vita Consacrata. L’appuntamento di quest’anno ha voluto porre l’attenzione alle molteplici forme di vita consacrata, soffermandosi su realtà – antiche e sempre nuove – riscoperte di recente; al contributo che, in quanto consacrati, possono dare al cammino sinodale della chiesa locale.
Ognuna di queste forme di vita consacrata è stata invitata ad esporre in 7 minuti il progetto di vita, lo stile di vita e la modalità di inserimento nella Chiesa locale di Messina e nel territorio.
Come Istituti secolari presenti in diocesi abbiamo così avuto l’occasione, l’opportunità per riflettere insieme su questa determinata tematica prima dell’evento. Quindi grazie per questa chiamata che abbiamo vissuto come comunione tra noi e come condivisione della nostra vita, di ciò che siamo, con la Chiesa e con tutti coloro che incontriamo nella nostra vita di ogni giorno.
Ed ecco che desidero condividere questa esperienza anche nel mio Istituto di appartenenza, come esempio di unità e di bellezza della vita consacrata che impara con sapienza evangelica l’unità nella sana diversità, la comunione nella pluralità delle sane differenze.
Papa Francesco, in un incontro con i superiori generali ha così esortato: “Siate testimoni di un mondo diverso di fare, di agire, di vivere! È possibile vivere diversamente in questo mondo. Stiamo parlando di uno sguardo escatologico, dei valori del Regno qui, su questa terra”.
È la consegna che sentiamo donata anche a noi, e che volentieri ognuna di noi accoglie per custodire e rinnovare creativamente la forma di vita consacrata a cui siamo stati chiamati di vivere nella Chiesa.
ECCO LA NOSTRA TESTIMONIANZA
Sarò voce non solo di me stessa ma di tutti gli Istituti secolari presenti nella chiesa di Messina.
Se pensiamo alla nostra chiamata come Istituti Secolari, possiamo dire che ci sentiamo di far parte di un progetto d’amore comune e specifico, riscoprendo con stupore che il Signore chiama a collaborare per realizzare il Suo sogno di bene sull’umanità, a costruire il Suo Regno, la Sua famiglia insieme alle varie forme di consacrazione che esprimono, manifestano, la multiforme sapienza e bellezza di Dio. Gli Istituti secolari rappresentano una nuova e originale forma di vocazione e partecipazione alla crescita del Regno di Dio nel mondo, un dono dello Spirito Santo alla chiesa e all’umanità. Siamo donne e uomini, siamo “pienamente” laici, “interamente” consacrati a Dio con i voti di castità, povertà e obbedienza.
Quindi il nostro progetto di vita e il nostro stile di vita si deve necessariamente realizzare e concretizzare nel mondo, con i mezzi del mondo, valorizzando la professione come luogo teologico e di testimonianza, intessendo relazioni di fraternità e amicizia nei vari ambienti in cui viviamo, ascoltando e raccogliendo il grido del mondo, le sofferenze, i dolori e facendo nostre anche le gioie dei fratelli.
Nessun luogo ci è estraneo, tutto ci appartiene e possiamo dire che è una vocazione che ha bisogno di creatività, di sguardo ampio, di ascolto attento, di cuore grande, di interiorità.
Pochi Istituti Secolari hanno la vita in comune, ma tutte abbiamo la vita fraterna che non è vivere sotto lo stesso tetto, che a volte può ospitare degli estranei, ma vivere con lo stesso cuore, sostenerci reciprocamente, gioire della gioia dell’altra, cercarci, interessarci di ciò che l’altra vive. Solo chi sa stare dritto in piedi e camminare con i piedi ben aderenti alla terra e lo sguardo verso il cielo e quindi a testa alta, può rispondere a questa chiamata. Occorre essere esperti equilibristi!
Ci piace ricordare le parole del Papa che, richiamando le difficoltà di tale consacrazione, definisce giustamente la vocazione secolare come un cammino “da alpinisti dello Spirito”.
In tale “ardito” programma di vita, la nostra vocazione che ci fa essere “nel mondo e non del mondo, ma per il mondo”, ci fa vivere la nostra missione nel mondo, ci chiama ad essere quel lievito, quel sale e quella luce di cui parla Gesù nei Vangeli e, di conseguenza, il mondo e la Chiesa ci appartengono con la stessa intensità e si armonizzano nella nostra identità, nelle nostre scelte, nella nostra vita. Sì laiche/laici consacrati chiamati a portare la chiesa nel mondo, noi Chiesa nelle nostre città, nei nostri ambienti, e nello stesso tempo portiamo il mondo e le sue periferie nella Chiesa.
Nella nostra vocazione è importante sì il fare, l’agire, ma soprattutto l’essere.
Il nostro essere Chiesa consiste, quindi, nella messa in atto di tutte le possibilità cristiane ed evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà del mondo, cogliere i semi di bene presenti nelle persone e nelle varie realtà del mondo, ricercare e costruire il Regno di Dio trattando le cose temporali per ordinarle secondo Dio. Non siamo numerosi come membri di Istituti Secolari nella chiesa e nella nostra chiesa diocesana ma l’esserci è una presenza importante.
Abbiamo il riserbo che lo viviamo non tanto all’interno della chiesa ma degli ambienti professionali: “nascosta nel mondo, confusa tra gli altri, coperta di carità lungo le strade, per trasformare con Dio ogni realtà in un paradiso”. Ecco lo stile del nostro inserimento nella Chiesa locale e nel territorio messinese. Noi ci siamo, ed è uno stare a volte senza etichette, ma è uno stare per costruire insieme alle realtà presenti nella Chiesa e nel territorio, per dare concretamente delle risposte di speranza, di gioia, di solidarietà. Noi Istituti Secolari abbiamo vitale bisogno della simpatia, della stima e dell’aiuto della Chiesa locale. Nello stesso tempo possiamo essere di grande aiuto all’opera della Chiesa locale stessa, offrendo modelli di spiritualità cristiana laica e la nostra esperienza di vita. Siamo certe che se ci sarà uno sviluppo e un rafforzamento degli I. S., anche le Chiese locali ne trarranno vantaggio. Ed è con questa convinzione che siamo inserite nella Chiesa locale, nelle parrocchie: come catechiste, nella pastorale vicariale; nella Diocesi: nella pastorale familiare, vocazionale, missionaria, migrante, sentinelle nella notte, consulta dei laici.
Per quanto riguarda la Pastorale Vocazionale ci stiamo impegnando a formarci anche con la partecipazione a convegni nazionali e incontri regionali al fine di dare un contributo qualificato alla realtà vocazionale che auspichiamo veda nascere al più presto il Centro Vocazioni nella nostra diocesi.
Termino con un appello: Camminiamo insieme! continuiamo a vivere la sinodalità con corresponsabilità, valorizzando il “mondo plurale della vita consacrata”; conosciamoci, valorizziamoci, stimiamoci e sicuramente riusciremo a costruire insieme la bellezza della nostra chiesa e del nostro territorio.
Paola Gambino