Convegno CIIS Sicilia
Motta D'Affermo (Me) 28-30 agosto 2020
Quest’anno, nel programmare il Convegno annuale, ha posto l’accento sul coraggio di essere testimoni missionari in un momento di crisi ed essere quindi portatori di speranza e di bellezza in un mondo di incertezze e paure.
L’obiettivo, sin dall'inizio, è stato quello di riprogettarci, di avere una visione nuova e di essere creativi nello Spirito. Da qui la tematica scelta:
“Essere creativi nello Spirito oggi”
Vivere… la gioia, la pace, la positività, l’armonia, la bellezza, la comunione, l’interiorità.
Ci siamo ritrovate, quindi, in Convegno a Motta D'Affermo (Me) presso la Casa del Vangelo “Tabor", da venerdì 28 a domenica 30 agosto 2020.
Il Convegno ė stato un laboratorio per cogliere l'attualità della nostra vocazione, consacrazione e missione, per essere con Cristo risposta profetica al momento storico che viviamo insieme all'umanità. Ma è stato anche un chiederci che profezia sono e annuncio? Riesco a leggere e accogliere la Parola profetica che la sorella mi consegna?
-Venerdì 28 ci ha viste vivere l'accoglienza reciproca, la gioia del ritrovarci e la fraternità fra tutti i membri dei diversi Istituti provenienti da varie zone della Sicilia (circa 20 persone). Insieme abbiamo consegnato al Padre il convegno nella preghiera introduttiva, chiedendo la presenza del Figlio e dello Spirito Santo con i suoi doni e offrendo da parte nostra la vita di ognuna e la bellezza dello stare insieme.
- Sabato 29, alle ore 9.30 la prima relazione “Nello Spirito Profeti”. Relatore: Padre Calogero Cerami, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, Rettore del Seminario vescovile e responsabile del servizio Pastorale Giovanile Vocazionale di Cefalù, che ci ha presentato la profezia nell'AT e nel NT alla luce dei Padri della Chiesa. I profeti sono persone che accolgono l'irruzione dello Spirito nella loro vita e si lasciano plasmare. Annunciano la Parola di Dio e perciò diventano scomode per il mondo, che non esita a perseguitarli. Ma sono anche capaci di lasciare la folla per ascoltare il Signore, la Sua Parola, di viverla nella propria carne. Solo così può diventare presenza di Dio nel mondo dove Dio lo invia.
Essere profeti oggi è necessario. Non possiamo assuefarci alla mondanità che non ci permette di aprire il cuore allo Spirito. I cristiani vivono nel mondo e, come dice l'autore della lettera a Diogneto, sono l'anima del mondo. Così i consacrati. Essi vivono nel mondo e lo sostengono con la loro testimonianza.
Nel pomeriggio alle 16.30 si è sviluppata la seconda relazione: “La profezia negli Istituti Secolari”. Relatrice: Ins. Cosimina Puglisi – COMI, Presidente della CIIS regione Sicilia. Occorre sempre partire da noi, dalla nostra identità, dalla spiritualità dell'Incarnazione che unifica la nostra esistenza. Il carisma ricevuto ė profezia innanzitutto per me, poi dono per gli altri. La vita consacrata è un cammino di profezia, e la profezia è concretezza. Nella lettera ai vescovi “Consacrazione e secolarità” leggiamo che è una chiamata, uno stile di vita, un modo alternativo di vivere e relazionarsi, senza aver paura della tenerezza, un aiutare senza giudicare, un sottolineare il positivo, vivere la fraternità come luogo dell'ascolto e come canale di profezia. Dobbiamo essere artigiani e custodi di fraternità e di comunione e questo ci permette di riconoscere il dono e la benedizione di cui l'altro è portatore. Lo stile del profeta suscita speranza e la speranza genera nuove partenze, apre nuove frontiere. La vita consacrata avrà futuro se si mantiene “in uscita”, in missione, se sa rischiare.
- Domenica 30, un’altra Insegnante G. Neri, dell’Istituto Secolare VDB, ci fa riflettere su “Profeti CreAttivi”. La missione specifica degli Istituti Secolari è proprio quella di testimoniare la presenza del Regno di Dio nel mondo, nel suo essere «già ma non ancora»; di adoperarsi nei vari ambienti di vita affinché il mondo diventi sempre più umano e giusto davanti a Dio. La nostra testimonianza deve dire al mondo che Dio è bellezza e bontà; che è bello stare con Lui perché, come disse un giorno Pietro, “Lui solo ha parole di vita eterna” (cfr Gv 6,68).
Sabato pomeriggio e in serata abbiamo condiviso il dono delle testimonianze, sia su alcune sorelle di vari istituti che hanno raggiunto la casa del Padre e che hanno vissuto con radicalità la loro vita e vocazione come profeti di gioia, di comunione, di speranza, e sia le testimonianze di alcune che stanno vivendo nell’oggi l'essere profezia nel quotidiano, nella professione, tra i giovani… Testimonianze che sono state di grande aiuto e di monito per ciascuno di noi a vivere la nostra missione nel mondo.
Il Convegno si è concluso con la celebrazione Eucaristica e il Mandato e un momento assembleare di verifica e di prospettive per il futuro.
Il
Consiglio Regionale CIIS Sicilia
Paola Gambino
NELLO SPIRITO PROFETI DI:
INTERIORITÀ, BELLEZZA, ARMONIA,
GIOIA, SPERANZA, FRATERNITÀ, COMUNIONE, MISSIONE
Testimonianza di Paola Gambino
dell’Istituto “Apostole Sacro Cuore”
Fra le tante testimonianze avute in questo Convegno su alcune persone, già al cospetto di Dio, che hanno vissuto, come profeti di interiorità – bellezza - armonia – gioia – speranza – fraternità – comunione - missione, nei propri Istituti di appartenenza, anch’io cercherò di testimoniare alcuni aspetti della mia vita quotidiana, nella semplicità che mi contraddistingue.
Pensando a questo tema del convegno, sento di dire che tutte queste parole che abbiamo scritto come titolo, mi appartengono, ma tre di queste sono particolarmente dentro di me e sono:
INTERIORITA’ - GIOIA – SPERANZA
Perché questi tre? Perché nella mia vita, fin da piccola, sono state i cardini del mio cammino spirituale.
Ebbene desidero iniziare a dirvi che, nel mese di maggio e precisamente il 7 maggio nel 1956, nasce una creatura che, per due anni vive bene come ogni bambina sana; dopo di che, ecco in agguato la malattia del secolo: “la Poliomielite”. Una croce che porterò per tutta la vita. E questa bambina così delicata viene colpita da questo morbo nella gamba destra, rimanendo zoppa.
La mia vita è cominciata così ad avere quelle sofferenze dovute alla malattia e che mi hanno portata ad essere una ragazzina sempre triste, gracilina e sentirmi, com’è naturale, una emarginata, diversa dagli altri miei coetanei. Da questo dipendeva la mia tristezza, ma pur sempre una ragazzina buona e ubbidiente e, soprattutto con una sensibilità spiccata che mi faceva piangere ogni qualvolta ricevessi un rimprovero.
Così ho continuato i miei anni con questo senso di inferiorità, ma, nonostante ciò, sentivo dentro di me un richiamo forte di amare Dio, cercarmi di accettarmi con questo mio difetto, ma purtroppo nessuno mi aiutava, restando così all’oscuro di tante cose e, continuavo a fare ciò che il mio cuore mi dettava comportandomi da buona cristiana.
Però sentivo che mi mancava qualcosa, forse anche dell’affetto, nonostante i miei genitori mi volessero bene; mi sentivo insoddisfatta e speravo di trovare un’amicizia fidata, ma purtroppo su questo non ho avuto altro che delusioni.
Nei miei pensieri allora, non restava altro che potermi fare una vera famiglia dandogli così tutto l’affetto che credevo a me mancasse, ma pensavo anche che nessuno avrebbe voluto una ragazza come me, nonostante tutti mi dicevano che ero molto carina e che poi il mio stato zoppicante non era tanto esagerato da non essere indipendente.
Ricordo e porto sempre nel mio cuore, delle parole che sentivo dire: “Peccato così carina!”. E poi pensavo che il mio uomo dovesse volermi bene, non per la gamba storta, ma per quella che ero dentro… (ora capisco che l’unico uomo che mi ha fatto veramente felice e amarmi per quella che sono è soltanto il Signore).
Arrivai così a 23 anni, quando un giorno, per puro caso, incontrai un’infermiera che era una consacrata, ora una mia consorella) che cercò di aiutarmi diventando così una vera amica, l’amicizia che avevo da sempre cercato. Questo incontro si è rivelato un incontro provvidenziale: il Signore stava preparando la strada per me, quella strada che mi ha portato a consacrarmi a Dio nell’Istituto Secolare “Apostole Sacro Cuore” di cui sono fiera di appartenere.
….Non si può immaginare la GIOIA che ho avuto nel darmi al Signore e lasciarmi guidare da Lui e dalle tante persone indimenticabili che mi hanno aiutata a uscire fuori dalla Paola timida, paurosa, fragile, incapace nel fare le cose e, pian piano, da questi aiuti, sono arrivata alla mia scelta vocazionale donando a Dio la mia vita, le mie energie, le mie capacità in un grande atto d’amore. E questa forza di amore ce la offre Lui stesso, come dono che si aggiunge al dono della sua chiamata e rende possibile la nostra risposta: “Eccomi sono la serva del Signore”.
Il Signore mi ha fatto un dono grandissimo:
- ha permesso che la mia vita si svolgesse secondo il suo progetto;
- ha permesso che il mio lavoro professionale (che da tanto tempo cercavo come invalida civile, ma che mai si concretizzava), fosse l’insegnamento della Religione Cattolica nella Scuola primaria: ho potuto così sperimentare la mia maternità con i bambini che continuo ad amare come miei figli spirituali. So di trasmettere l’amore di Gesù, il suo amore per Lui e, credo di esserci riuscita. Un insegnamento che ho sempre amato, dove ho cercato di seminare nel cuore dei bambini l’amore per la religione e, soprattutto l’amore per Gesù. Ci sono riuscita? Non lo so…ma spero che, col tempo, quel semino piantato possa dare frutti copiosi nella loro vita.
Non è MISSIONE questa? Credo di sì e, questa missione la vivo anche nel mio servizio di Catechista che svolgo nella mia parrocchia: Catechista ai giovani che cerco di dare un senso alla loro vita; Catechista ai fidanzati che si apprestano al grande dono della vocazione che è il matrimonio. Nel frattempo, ringrazio sempre Dio per le meraviglie che opera nella mia vita.
Ho sempre pensato che sia importante ringraziare Dio per ogni cosa, anche nelle prove più difficili. Solo così, lentamente possiamo giungere a capire che cosa vuol dire ringraziare in maniera autentica e a intuire che, solo passando per la fatica e la croce, si può ricevere questo dono.
Mi sono sempre chiesta:
- Allora, ringraziare è il frutto di una misteriosa e dolorosa purificazione?
- Allora, ringraziare è forse il punto di arrivo di un lungo percorso?
- Allora, è importante scontrarsi con il dolore per poter dire grazie?
La risposta mi sembra sia questa: Nessuno si inganni perché questa è l’unica vera scala del Paradiso e, al di fuori della croce, non c’è altra via per cui salire al cielo. (Salire al cielo, un desiderio forte che sento nel mio cuore fin da quando avevo 26 anni e che continuo a chiedere al nostro Signore, non perché la vita non mi piace ma, semplicemente perché desidero stare con Lui nella Beatitudine del paradiso…Ma lui, da questo punto di vista è sordo, non ne vuole sapere… Sicuramente l’essere ancora in vita significa qualcosa per il mondo, per la mia MISSIONE che il signore vuole da me. Grazie Gesù!)
Nelle mie situazioni di sofferenza ho sempre detto al Signore: “Signore aiutami a valorizzare le difficoltà che sto vivendo; Signore io so che mi vuoi rivelare quella perla preziosa che hai messo in me, nel mio cuore, nella mia vita, anche se è coperta dalla paglia o, qualche volta cade nella polvere, fa che io la ritrovi con gioia e con riconoscenza, ogni giorno e per tutti i giorni”.
Ho sempre pensato che, un giorno lontano gli Apostoli furono sedotti da Cristo. Dio li chiamava a una MISSIONE sublime e subito lo hanno seguito. Così anch’io ho detto subito l’Eccomi di Maria consacrando la mia persona a Dio. Non ho capito subito tutto, ma ho sentito la chiamata come una ragione valida di vita e ho colto la vocazione come una realtà vera, bella e buona che dà verità, bellezza e bontà anche alla mia esistenza. Ho sempre visto la chiamata come una scelta di Cristo: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho chiamati perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16)
Un così grande dono che, in certi momenti della mia vita, mi riempie di tale GIOIA e immensa SERENITA’ da sentirmi unita al Suo Spirito, nonostante la tristezza, i dispiaceri che la vita mi offre.
…E il mio cammino umano e spirituale continua…Momenti brutti, momenti belli (come giusto che sia), ma ricchi di grazia di Dio che mi hanno sempre aiutata nella mia vita. Mi sono lasciata plasmare soprattutto dalla grazia del Signore che ha saputo fare di me una donna e, soprattutto una consacrata forte, capace di affrontare tutte le problematiche della vita…la mia serenità emerge sempre e il sorriso traspare nel mio viso.
Fin da piccola nutro il sentimento di aiutare gli altri e l’ho sempre fatto e continuo a farlo anche se ricevo del male. Ma non importa…il vero AMORE comporta sacrificio e donazione di sé. E anche se, umanamente desideriamo essere ringraziati o gratificati, ho capito che l’unica cosa è DARE, SEMPRE DARE…sarà il Signore a ripagarti per tutto quello che facciamo…. Una bella preghiera che abbiamo nel mio Istituto è quella a San Giuseppe che, ultimamente mi sta facendo riscoprire qualcosa che prima non ci avevo pensato e cioè come si vive essendo “numero due”, come si fanno cose fenomenali da un secondo posto, come si è grandi senza esibirsi, come si lotta, senza applausi, come si avanza senza pubblicità e senza aspettare un omaggio. GRAZIE GESU!
Mi sembra che tutto questo sia avvertire il bisogno di INTERIORITA’, il bisogno di non dispersione, il bisogno di comprendere che questo GRANDE AMORE è degno di essere conservato-custodito nel mio cuore con tanto di rispetto, stima, libertà, sincerità, signorilità, amabilità.
Ed è con queste bellissime convinzioni che chiedo al Signore la SAPIENZA DI DIO, deponendo tutto il mio sapere, tutto il mio essere nel suo cuore e con la semplicità (umiltà) dei bambini dire: “La tua Parola Signore, sia luce sul mio cammino”.
E, infine, desidero finire con una bella frase di Romano Battaglia che ho trovato in una immagine:
SORRIDI
La vita è come una siepe fiorita
In una foresta di solitudine
Dove le foglie sono speranza ai fiori
Sogni le spine i giorni tristi della vita
SORRIDI…
Perché le spine una alla volta cadranno
E la siepe fiorirà ancora a primavera.