Festeggiamo il centenario di fondazione
Roma, 25-28 ottobre 2019
Cento anni! una cifra tonda con due zeri. Allora, perché non pensare all’anno zero della fondazione del nostro Istituto? Era il 1919. A guerra appena terminata (1915-1918) Padre Ernesto Busnelli S. J. si trovò a dover soccorrere tante giovani desiderose di consacrarsi e di entrare in convento, ma impedite da ostacoli d’ogni genere in quel periodo di fame. Con la pronta disponibilità di sacerdote, innamorato e fidente nel Sacratissimo Cuore di Gesù, con la gioia dello Spirito, cercò, inventò e trovò per quelle anime, predilette dal Signore, il cammino della secolarità consacrata.
Oggi, noi A. S. C. andiamo avanti col cuore ardente riconoscendo che “grandi cose ha fatto il Signore per noi!” e ringraziamo Dio per questi cento anni di storia, vissuta con autenticità da tante sorelle, molte delle quali ora contemplano il Suo Volto. Ci stupisce il cammino che è stato fatto e siamo grate al Signore perché solo Lui ha permesso ad ogni Apostola di saper armonizzare nella propria vita la vocazione personale con il carisma iniziale (cfr Cost. Art.15). Occorre, però, essere vigili perché nel mondo le guerre ci sono ancora.
Sono cento anni! Occorre festeggiare. L’abbiamo fatto a Roma, presso la Casa delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore. Siamo arrivate partendo da tutte le parti d’Italia, dal Nord fino alla Sicilia, superando anche l’ostacolo dello sciopero dei treni. Ci ha guidato Padre Riccardo che è un sacerdote missionario dehoniano, anch’esso innamorato del S. Cuore di Gesù, per vocazione. All’inizio, ha voluto che ciascuna di noi ponesse la propria firma su una copia del libretto delle nostre Costituzioni, per impegnarci ad esservi fedeli come al Vangelo.
Poi, vivendo con gioia, tutte insieme, lo stesso spazio di vita, di preghiera, di comunione profonda, è affiorata la parola ENTUSIASMO, che è scaturita quando Padre Riccardo ha fatto una coinvolgente meditazione sull’incontro di Gesù con il desiderio di Zaccheo e sulla nostra vocazione. Il Padre ci ha chiesto di chiedere al Signore di essere aiutate a ritrovare la semplicità della chiamata iniziale, di pregare con intensità per rinfrancare la nostra vita. Dentro di noi è sempre vivo il desiderio di cercare Gesù, di vederlo, di contemplare il Suo Volto. Allora abbiamo chiesto a Zaccheo di prenderci per mano e di salire con lui sull’albero della conoscenza, anche noi piccole di statura morale, riempite solo per grazia dell’Amore di Dio. Gesù alzò lo sguardo verso di Lui e, oggi, lo alza ancora per guardare la nostra vita e si autoinvita, come da Zaccheo, per fermarsi nel cuore di ciascuna di noi. Con tutto l’entusiasmo possibile lo accogliamo come Comunità di persone che sono a Lui consacrate per sempre. Poi, durante la celebrazione della S. Messa il Padre ci ha chiesto di esaminare quali sono le dimensioni meteo del nostro cuore, che cambiano di ora in ora: la grandine delle sfuriate, le nuvole del disimpegno, …, il calore della tenerezza e dell’amore. Qual è la costanza e la fedeltà del nostro amore a Gesù e ai fratelli?
Poiché lo scopo del nostro Incontro è stato quello di andare a Genazzano per venerare la vera Presidente Generale, che è Maria SS.ma, la Madre del Buon Consiglio, per ringraziarla e chiederle il rinnovamento dello Spirito, il sabato ci siamo avviate in pullman dalle sette del mattino e abbiamo pregato il Santo Rosario meditato a più voci. Nel santuario ci siamo fermate a contemplare a lungo l’immagine dei due volti, così vicini tra loro. L’abbraccio tanto intenso di Gesù Bambino con l’intimità profonda della maternità di Maria, sono penetrati nella nostra anima e ci hanno insegnato ad affrontare la vita consacrata con totale dedizione e docilità al volere di Dio, fortunate perché sommamente amate. Ce lo ha anche confermato Padre Riccardo nella S. Messa da Lui celebrata. Al termine, la foto di gruppo ha completato la nostra visita.
C’è un particolare che a noi è sembrato profetico. È stato ritrovato, grazie a Mercedes, il quadro con l’immagine di Padre Busnelli, abbandonato nel confessionale della Cappella Bellesini. Abbiamo chiesto al Rettore che venisse esposta assieme a quello di Madre Pavoni.
Il Padre Riccardo ha scritto e ci ha consegnato il brano di S. Luca della Annunciazione come segno della vocazione. Eccomi è stata la risposta di Zaccheo, la stessa risposta data dalla Vergine Maria, che ha subito espresso il suo sì con pienezza, prontezza, senza la minima esitazione. Allora eccomi significa mettersi al servizio per amore, ma, prima ancora c’è la disponibilità a lasciarsi amare dal Signore. Il rinnovamento che viene richiesto all’inizio del secondo centenario è, per ciascuna di noi, l’accoglienza totale di questo amore di Gesù che ci ama. È accoglienza di questa grandezza dell’Amore di Cristo, diventare noi stesse come Lui, ripetere con S. Paolo: “è Cristo che vive in me”. La nostra vita è tempo propizio per lasciarsi amare, ma anche lasciarsi servire da Cristo. Il Padre ci ha chiesto di entrare in profondità nel mistero per poi scoprire con quale nome nuovo oggi il Signore ci sta chiamando nel profondo del nostro animo.
Nel tardo pomeriggio del sabato ci sono stati i preparativi per l’incontro con il Papa. Era già stato preparato un grande striscione, poi tante bandierine a cuore rosso, cartoncini da applicare sul petto delle sorelle che si erano offerte di recarsi in Piazza S. Pietro. Davvero un lavoro intenso.
La domenica, iniziata con un significativo filmato sulla “ginnastica spirituale”, ci ha dato la gioia di ascoltare le parole pronunciate all’Angelus in Piazza S. Pietro dal Santo Padre, che si è espresso con queste parole: “Saluto le Apostole Sacro Cuore nel centenario della loro fondazione”. Durante il giorno sono pervenuti molti messaggi augurali, compreso quello di Mons. Coletti. Questo è il messaggio di Elba: “Que alegria. Festejar los 100 anos junto a nuestro querido Papa Francisco. Momento inolvidable de Gracia. Que este dia quede en nuestas vidas como Memoria Agradecida que ultrapasa fronteras. Estamos unidas a ese gran Gozo en Dios!”. Poi, nel pomeriggio, dopo l’Adorazione al SS.mo e la preghiera dei Vespri è stata concelebrata la S. Messa conclusiva da Padre Riccardo con Don Patrizio, che è parroco a Frattocchie nella Chiesa di S. Giuseppe Sposo. Nel Vangelo, Gesù contrapponeva la figura del pubblicano a quella del fariseo, per cui Padre Riccardo ci ha esortato ad essere persone libere nel cuore e nella vita, senza nascondimenti, chiedendo al Signore di donarci coraggio e forza per vivere con sincerità, rivedendo tutte le grazie che abbiamo ricevuto. Al termine anche Don Patrizio ci ha esortato a camminare ripercorrendo le stesse orme lasciate dai fondatori, da Padre Busnelli, da Giuseppina Pavoni e da Gesù, perché sono indelebili. Sono impronte che hanno lasciato anche chi ci ha preceduto, fondate sul Vangelo e sulle vostre Costituzioni. Ha terminato dicendo: “accogliete la benedizione del Signore con tanto amore”.
Ancora foto di gruppo in Cappella, poi la cena ricca di doni, che ha concluso queste giornate gioiose, di incredibile profondità spirituale. Deo Gratias.
Lucrezia